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cantiere trenno

Si aprono in questi giorni i cantieri per la realizzazione della Via d’Acqua, progettata da Expo, e puntualmente sale la protesta dei cittadini: assemblee pubbliche, volantinaggi, presidi dei cantieri evidenziano il rifiuto crescente verso quest’opera che assorbe ingenti risorse pubbliche e produce danni, gravi e permanenti, al paesaggio ed alla fruibilità del territorio e dei parchi della zona ovest di Milano.

Nella proposta di candidatura di Milano per Expo 2015 (correva l’anno 2008) la Via d’Acqua era un canale navigabile neo leonardesco che attraversava la città: una immagine affascinante, ma avanzata con grande superficialità, per un opera che si rivela fin da subito assolutamente irrealizzabile.
In alternativa si materializza il progetto di un canale che, in rapporto alla sua funzione di recapitare limitati quantitativi d’acqua dal sito Expo al Naviglio Grande, si mostra enfaticamente ampio e ingombrante (con grandi ripe profonde sino a 3 metri e larghe da 8 a 15 metri): un disastro sul territorio.

LE CONTRADDIZIONI E LE “CENSURE” TECNICHE DEL PROGETTO SONO NUMEROSE.

cantieri expo a trenno

La valutazione strategica preliminare di cui all’accordo di programma che voleva “un secondo sistema idrico […] che […] si svilupperà a sud del Deviatore Olona nel reticolo idrico esistente e ricreato fino al Naviglio Grande” è contraddetta dal progetto Expo che nega, nella forma del manufatto e nel tracciato, il reticolo idrico storico del territorio.

Il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici del dicembre 2012 critica profondamente e sotto diversi aspetti il progetto e in particolare la “[…] progettazione per componenti, suggerendo soluzioni-tipo avulse dal contesto storico di riferimento senza aver prima individuato e ricomposto le costanti d’ambiente indispensabili per conservare l’identità dei luoghi”.
Anche la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano nel gennaio 2013 esprime una serie di suggerimenti volti a modificare il progetto utilizzando i tracciati dei fontanili (risorgive asciutte) esistenti: nessuno dei suggerimenti è stato accolto.
La Consulta milanese per l’attuazione dei cinque referendum ambientali ha criticato più volte l’opera e ha pubblicato un documento da cui citiamo il seguente stralcio: ”[…] difficile comprendere le motivazioni del progetto di Via d’Acqua Expo, opera che nelle intenzioni degli ideatori dovrebbe rappresentare i temi dell’Esposizione Universale 2015 oltre l’evento vero e proprio e di testimoniarne l’eredità sul lungo periodo, ed appare invece come un manufatto di dubbia utilità, di costo esorbitante, di limitata attrattiva, e anzi di impatto complessivamente negativo sulle aree agricole e i parchi dell’Ovest Milano: territorio già frammentato da molte infrastrutture”.

L’AZIONE E LE PROPOSTE DI ITALIA NOSTRA.

cave - manifestazione 5 maggioIn questo contesto la nostra Associazione Italia Nostra in più occasioni, rivolgendosi sia ai tecnici sia agli amministratori, ha espresso il proprio motivato e circostanziato dissenso per i danni generati al paesaggio dei parchi: nel marzo 2012 in un incontro con i progettisti Expo; nel dicembre dello stesso anno con lettera al Sindaco Pisapia rimasta inevasa così come la richiesta di udienza presso la Commissione comunale per il verde; ancora nel gennaio 2013 in una conferenza stampa e nel febbraio in una serie di incontri sia presso la sede di Expo che nell’area del Parco delle Cave.

Per fornire un fattivo contributo, lavorando esclusivamente a titolo gratuito con un gruppo di professionisti, abbiamo redatto una proposta di tracciato alternativo, allineato alle osservazioni pervenute da molte direzioni, che inserisce il canale con più attenzione nel paesaggio, attenuando i danni di un’opera comunque assurda.
La proposta non ha avuto riscontro da parte degli uffici Expo ma, nel corso di un incontro a Palazzo Marino del maggio 2013, il Vice Sindaco e il Direttore operativo Expo ci sollecitavano a produrre un’asseverazione da parte di professionisti abilitati che attestasse la funzionalità e la fattibilità tecnica del tracciato proposto con la promessa pubblica che, nel caso di esito positivo dello studio, si sarebbe riaperta la discussione.
La proposta di tracciato è stata così asseverata da docenti del Politecnico di Milano con generosa collaborazione volontaria e gratuita. Inviato il documento, non abbiamo ricevuto risposte…

L’ULTIMA ESORTAZIONE.

Raccontiamo qui solo alcuni passaggi di una complessa vicenda che ci bastano per formulare una ulteriore calda sollecitazione ai decisori perché:

  • Expo cessi dalla posizione di assoluta quanto impermeabile resistenza a modifiche dell’opera indicate da più direzioni che consentono di limitare i danni e ridurre i costi;
  • il Vice Sindaco assuma un ruolo di difensore dell’integrità dei parchi cittadini;
  • la saggezza dei cittadini che protestano per difendere i loro parchi venga compresa e condivisa dai progettisti oggi chiusi ad ogni sollecitazione.

Il canale esistente che può essere utilizzato

È urgente, e forse ancora possibile, una revisione del progetto su un tracciato rispettoso del paesaggio, delle risorse spese e soprattutto delle posizioni della cittadinanza che su questo tema può ancora essere chiamata ad una condivisione di scelte progettuali compatibili con la realtà del territorio.

Da parte nostra desideriamo ribadire il ruolo di operatori attenti alla realtà locale e sempre disponibili ad un confronto costruttivo che ci auguriamo possa riprendere nell’immediato.

One thought on “Via d’acqua/12: si aprono i cantieri, partono le proteste

  1. Sono un abitante del quartire Quinto Romano e scopro solo ora questa assurda opera o meglio il modo insensato di proporla

    Mi apre che i rappresentatnti politici anche locali non abbiano affatto fornito informazioni in proiposito e questo è a mio avviso gravissimo.

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